Herbario novo, Treviso, Angelo Reghettini per i Sessa, 1617
2°, pp. [12] 492 (i.e. 480) [52], fasc. +6 A-Rr6 Ss-Tt8 Vv6 Xx4, ill.
SBN IT\ICCU\FERE\001185
mm. 290x194. Legatura novecentesca danneggiata, tagli spruzzati in blu, gore d’acqua. Mutilo del frontespizio e di c. A1; i fascicoli Ss8 e Tt8 risultano invertiti, mentre la c. E5 è completamente distaccata. Al risguardo “Ex Libris Caroliy Stiphan(?)”.
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Castore Durante (1529-1590) medico, botanico e poeta, deve la sua fama soprattutto a questa opera, l’Herbario novo, presentato come un’integrazione al testo di Pietro Andrea Mattioli (qui n° 11) e stampato per la prima volta a Roma nel 1585. Ciascuna delle circa 900 specie botaniche trattate è introdotta dal nome in volgare, da una silografia e dalla nomenclatura in varie lingue; seguono le descrizioni di forma, loco, qualità, virtù di dentro e di fuori (ossia delle proprietà medicali) e dei suoi usi sotto forma di acqua e olio; in appendice infine, le tabulae delle specie e delle infermità e una aggiunta di figure non corredate da testo. Pur di limitato valore scientifico, l’opera ebbe un notevole successo editoriale, che proseguì sino alla prima metà del XVIII secolo: gli erbari erano infatti testi fondamentali per la professione di medico e di speziale e un apparato illustrativo così ricco era un aspetto non secondario. Si noti in questo esemplare l’aggiunta manoscritta del nome arabo di molte delle piante prese in esame.
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Despite its limited scientific value, the work by Castore Durante had a remarkable editorial success, perhaps due to the large number of illustrations it contained. The Herbario novo was thought to be a continuation of Dei discorsi nelli sei libri di Pedacio Dioscoride Anazarbeo (here no. 11).