Liber ad Almansorem e altri trattati (prima metà del XIV sec.), latino.

mm. 360x223. Campo scrittorio 240x150; 52 righe. Pergamenaceo, 189 carte non numerate. Scrittura gotica italiana in inchiostro nero-bruno. Iniziali e segni di paragrafo alternati in rosso e blu. Parole guida orizzontali nel margine inferiore della pagina, talvolta inserite in figure zoomorfe. Grandi iniziali decorate e filigranate in inchiostro rosso e blu. Legatura ottocentesca in cartone. Al termine di alcuni trattati sono presenti note in corpo molto piccolo datate tra il 1350 e il 1371. Sono presenti diverse tipologie di annotazione, sia ai margini laterali che a quelli inferiori.

Il manoscritto conserva uno dei primi trattati di medicina generale scritti in lingua araba. Il Kitab al-Mansouri fi al-Tibb (“Libro di medicina dedicato ad al-Mansur”) venne composto nel 903 dal fisico, filosofo e alchimista persiano Abu Bakr Muhammad ibn Zakariya al-Razi (meglio conosciuto con il nome latino Rhazes o Rasis, 865-925 d. C.): diviso in 10 capitoli, è dedicato al principe della dinastia samanide Abu Salih al-Mansur ibn Ishāk, governatore della città iraniana di Ray. Nel XII secolo, il Kitab al-Mansouri venne tradotto in latino da Gherardo da Cremona (1114-1187 d. C.), attivo come traduttore di opere scientifiche in Spagna a Toledo (qui presente nei nº 5 e 6, come traduttore rispettivamente di Avicenna e di Galeno) e a lui si deve la titolazione latina Liber medicinalis ad Almansorem sive tractatus medicinae; il Liber ad Almansorem divenne uno dei manuali medievali più consultati e letti in tutta Europa, come dimostrano le numerose ristampe prodotte fino al 1554. A esso seguono qui il Liber divisionum, l’Antidotarium, il Liber de aegritudinis juncturarum, il De agraetudinis puerorum, gli Experimenta Rasi et tractatus medicinae secundum Rasii (fogli 1-168). Inoltre, in calce al testo, sono disposti tre differenti indici (fogli 168-188). Il capitolo IX dell’opera, tra l’altro, ebbe fortuna propria sotto il titolo Liber nonus ad Almansorem, con numerose traduzioni anche in francese, ceco e russo e con il corredo del commento del medico fiammingo Andrea Vesalio. Il Mansouri è stato spesso scambiato con il corpus delle registrazioni personali degli interventi medici effettuati dallo stesso Rasis e raccolti nell’opera intitolata Kitab al-Hawi fi al-tibb, a sua volta tradotta in latino con il titolo di Compendium.

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This was one of the first treatises of general medicine written in Arabic. Translated into Latin by Gherardo da Cremona, it became one of the most popular medical works of all Europe.