una mostra digitale

a cura di Stefano Cassini

 

Prefazione

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[read in English]

Lavorare in Terra Santa per un archeologo vuol dire confrontarsi con monumenti dalla lunga storia e dal valore culturale, religioso, simbolico di altissima portata, nei quali la continuità di culto ha da una parte determinato continue modifiche architettoniche e strutturali, dall’altra ha fissato l’attenzione su alcune fasi del loro divenire. La monumentalizzazione dei luoghi cristologici, frutto di committenze spesso auliche e di interventi cronologicamente precoci, ha costituito l’avvio di un processo di culto e venerazione, ben testimoniato dalla pratica continua del pellegrinaggio. La non facile ricerca della articolazione di queste prime fasi architettoniche è sempre stata oggetto di grande interesse storiografico, mentre progressivamente meno l’attenzione si è concentrata sulle fasi successive, ed in particolare su quelle “intermedie”, fra una ristrutturazione e l’altra. Ma complessi architettonici come quello del Santo Sepolcro a Gerusalemme, o della Natività a Betlemme, sono fabbriche in continuo divenire, dove la trama della storia si tesse nell’ordito delle pietre giorno dopo giorno.

La ricostruzione archeologica, che legge la terra e le pietre, non può fare a meno di straordinari testi come quello di Bernardino Amico, che vede i monumenti, è in grado di leggerli e di raccontarne lo stato, menzionando senza ambiguità sia le imponenti volumetrie sia le tessere di mosaico che si sgretolano dalle cupole, e fornendo quindi una chiave di lettura significativa per i depositi archeologici. Inoltre, Amico è un disegnatore, e la tecnica con cui si perita di rappresentare planimetrie ed alzati rappresenta una singolarità nel panorama storiografico, consentendo di leggere nelle tavole che accompagnano i suoi testi misure, proporzioni e particolari, fondamentali per la ricostruzione archeologica della fase cinquecentesca e per capire quanto a quel momento fosse ancora percepito e percepibile delle strutture precedenti. Grazie alla precisione delle sue rappresentazioni, è possibile ben comprendere l’articolazione degli spazi e ricostruirvi l’immateriale – percorrenze del sacro, liturgie, pellegrinaggi – oltre che ricollocarvi elementi mobili e strutture minori.

Inoltre, Amico cerca di contestualizzare i suoi monumenti, sottolineando le relazioni fra di loro non solo scritturistiche e/o liturgiche, ma anche topografiche, come nel caso della basilica della Natività a Betlemme con il sito della Grotta del Latte. Altrove egli risale alla città, come per Gerusalemme, con il preciso scopo di emendare una serie di errori che sa essere presenti nelle vedute note al suo tempo e di inserirvi correttamente il complesso della morte e resurrezione di Cristo. Nelle sue riproduzioni è palese lo sforzo interpretativo, mediante il quale cerca di delineare il significato storico di elementi chiave della topografia gerosolimitana, come quello dei diversi circuiti urbici. La basilica del Santo Sepolcro rappresenta un capolavoro di descrittività, ben distinguendo da quello che “dicono” altri e che egli riporta per dovere di cronaca, e ciò che invece misura direttamente, e che confluisce nella dettagliata articolazione delle tavole.

La nostra ricostruzione delle architetture e dei contesti mira alla lettura storica nella sua dimensione sociale, a cui Amico consente di partecipare inserendo nella sua opera continui riferimenti a particolari apparentemente secondari, ma di enorme interesse per la configurazione della vita nei monumenti e della ragione di taluni apprestamenti: per esempio, la documentazione dei «candelieri di bronzo impiombati» presso il Calvario, o la descrizione dei tappeti e dei cuscini predisposti all’ingresso della basilica, dove una delle porte viene tenuta socchiusa per meglio controllare che tutti lascino la mancia dovuta.

Percorrere i luoghi visti da Bernardino Amico con le sue descrizioni, in parole o in tavole, è vedere i monumenti di Terrasanta con occhi attenti e curiosi. Gli stessi che questa mostra consente a chi attende ancora di visitarli, o che, con le tavole di questa straordinaria guida, tornerà a vederli con un nuovo sguardo.

 

Francesca Romana Stasolla

Sapienza Università di Roma