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La tavola 35 dell’edizione 1620 raffigura la Cupola della Roccia (1609, tavv. 34 e 33) confusa col Tempio di Salomone, come spesso avviene tra gli scrittori occidentali (e gli artisti: basti pensare allo Sposalizio della Vergine di Raffaello!). In realtà, nel testo relativo l’autore spiega che, essendo stato il Tempio più volte «distrutto e saccheggiato» non ne restava «pure un minimo vestigio». A causa dell’impossibilità per i cristiani di accedere alla Spianata, l’Amico dice di essersi servito di un convertito all’Islam originario della Corsica per prendere le misure del luogo, misure poi confermate da alcuni fedeli musulmani. Avrebbe poi completato il disegno applicando «col giuditio e con l’occhio la proportione», considerato che dal Monte degli Ulivi è possibile osservare, sia pur da distante, il monumento, di cui scrive che era decorato di «bianchissimi marmi» e «mattoni smaltati, e ornati alla damaschina di diversi colori e lavori», con la copertura in piombo (1620, c. Hh2v).

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