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Tutta la porzione di testo e immagini dedicata alla Via Dolorosa, la strada che sale dalla Porta dei leoni fino alle vicinanze del Santo Sepolcro e che seguirebbe il tracciato percorso da Gesù caricato della croce, venne aggiunta da Bernardino Amico solo nell’edizione del 1620. In questa parte l’autore si impegna a un attento confronto fra i testi evangelici della Passione, altri reperti (come le epigrafi) e il parere dei precedenti scrittori, dimostrandosi così anche storico non banale. L’Amico non per questo si esime da un serio tentativo di devota immedesimazione, come quando scrive: «la santissima Madre s’incontrò con il suo unigenito Figliuolo, portando la croce sopra le sue flagellate e scorticate spalle in compagnia di due malfattori. Il dolore, la pietà & il cordoglio che tra di loro nacque fu tale e tanto che credo non ebbero sodisfatione di poter dire almeno una parola l’uno all’altra: e questo lo tengo per uno dei gran dolori ch’abbia potuto avere Maria Vergine. Però di ciò lasso meditare e contemplare ad ogni buon christiano e christiana, perché se ciò faranno, ne caveranno non dico un solo frutto, ma molti, per la salute delle loro anime» (1620, c. Q2v).

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La relativa incisione (1620, tav. 21, ma in alcuni esemplari numerata per errore 19) mostra la ricostruzione, sulla base delle tracce a suo tempo rilevabili, di parte del palazzo di Pilato: si noti l’inserimento di figure umane che non solo vivacizzano la scena, ma forniscono un facile rapporto di proporzione rispetto a spazi e dimensioni reali.