...................................
[read in English]

La prima edizione del 1609-1610, stampata a Roma presso la Typographia Linguarum Externarum (già Tipografia Medicea Orientale), è un grande in-folio di cui rimangono pochissimi esemplari. Qui il Trattato è composto da una parte di descrizioni testuali, cui seguono le planimetrie e le sezioni degli edifici, dal Santo Sepolcro, alla Dormitio Virginis al Cenacolo. Le incisioni calcografiche sono opera del pittore e incisore Antonio Tempesta. Bernardino Amico si rivolge direttamente al lettore in apertura della sezione che ospita le illustrazioni, dove inserisce un’esortazione alle persone che desiderano visitare i luoghi santi: il frate le invita a non pensare alla famiglia, ai beni materiali e alle comodità di casa propria per lasciare spazio al desiderio del pellegrinaggio, anche se le avvisa degli eventuali pericoli che possono derivarne (come le tempeste e i pirati). Infatti, questi rischi si possono affrontare con pazienza in vista della felicità che darà il raggiungimento della Terra Santa.

[click sulle immagini per ingrandirle / click on images to enlarge]

Il dedicatario del lavoro è Filippo III di Spagna, che Bernardino Amico elogia per il suo zelo religioso, paragonandolo a Goffredo di Buglione e Baldovino I di Gerusalemme, anche per il sostegno economico offerto ai francescani di Terra Santa, che ne avevano particolare necessità. Viene comunque chiesta la mediazione dell’ambasciatore del re a Roma, Francisco Ruiz de Castro, affinché l’opera giunga più gradita a Filippo. Circa l’originario destinatario della dedica permangono però dei dubbi, vista la presenza in alcune tavole di segni che attestano interventi di rasura sulle lastre. Per esempio, il cartiglio inserito nella pianta della Basilica della Natività (1609, tav. 1) appare oggi vuoto: infatti, la lastra della calcografia è stata erasa in quel punto. Questo impedisce di conoscere il contenuto originario (le ipotesi, tuttavia, sono numerose: potrebbe trattarsi di una dedica precedente, dal momento che vi si può intravvedere uno stemma). 

Data l’estrema rarità dell’edizione si segnala l’esistenza delle digitalizzazioni complete di due esemplari, conservati rispettivamente presso la Bibliothèque municipale di Lione e la Biblioteca Hertziana a Roma.