Fotografia e archeologia
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Tra i materiali di p. Arce conservati presso l’Archivio Storico della Custodia di Terra Santa, si impone subito all’attenzione la mole delle fotografie da lui realizzate, in buona parte raccolte con cura in un album. Al di là dei numerosi ritratti insieme ai confratelli, questi scatti in bianco e nero sono preziose testimonianze delle numerose tappe dei viaggi del frate (in special modo l’Egitto, il Canale di Suez e la Terra Santa) in veste di guida dei pellegrini. Queste fotografie di antiche rovine e monumenti, accanto a paesaggi naturali e popoli esotici, sono il riflesso degli interessi, qui soprattutto archeologici, del frate, spesso e volentieri presente nell’inquadratura con l’immancabile elmetto coloniale. A dimostrazione di come la fotografia non fosse per il religioso una mera fabbrica di memorabilia, ma una disciplina da esercitare con la medesima minuziosa precisione che egli dedica a ogni suo lavoro, si conserva nel suddetto album anche un piccolo catalogo autografo, riportante per ogni singola foto l’ora, l’apertura del diaframma, i tempi di esposizione, l’obiettivo e la pellicola utilizzati.
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A questa perizia si deve anche la collaborazione di p. Arce alla terza campagna di scavi presso il Monte Nebo (1937) proprio in qualità di fotografo. La passione archeologica del frate non ha comunque natura esclusivamente fotografica: scorrendo la sua produzione scritta e analizzando le sue carte, è possibile incontrare articoli, planimetrie e appunti relativi ad antichi edifici e reperti di scavo. Paradigmatiche sono, a tal proposito, le Noticias arquelógicas de Palestina, brevi e dettagliati resoconti dei risultati degli scavi effettuati in Terra Santa nel 1947.