Padre Arce e la tipografia francescana

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I primi contatti di p. Arce col mondo della tipografia risalgono al periodo della sua permanenza a Lima, quando il religioso si dedicava alla correzione delle bozze dello stabilimento tipografico del convento di San Francesco. Nel 1923, al Cairo, p. Arce creò una tipografia parrocchiale in cui si stampavano libri di piccolo formato in arabo e nelle principali lingue europee. Il contributo più importante offerto da Arce alla storia della tipografia francescana fu però senza dubbio quello dedicato alle vicende e alla produzione della Tipografia Francescana di Gerusalemme. Questa importantissima officina venne fondata nel 1847 grazie alla liberalità del governatore Mohamed Alì e di suo figlio Ibrahim Pascià, e agli aiuti economici elargiti dalla Casa d’Austria. Il principale obiettivo dei frati della Custodia era allora quello di sovvenire alle fondamentali necessità dei cristiani di lingua araba che vivevano in Terra Santa, privi anche dei basilari strumenti di istruzione e catechesi. Il primo testo a essere stampato fu dunque un semplice abecedario arabo, seguito a breve distanza dal Catechismo di Roberto Bellarmino in arabo e italiano.

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Conscio dell’importanza storica della tipografia dei francescani, p. Arce si impegnò a comporre una bibliografia descrittiva delle opere da essa prodotte nei suoi primi cento anni di vita. A partire dal 1925 il religioso iniziò a raccogliere e censire tutti i testi usciti dai torchi dello stabilimento gerosolimitano, effettuando ricerche nelle biblioteche francescane e di altre comunità religiose di Gerusalemme. Nel 1947 le schede compilate da p. Arce superavano le mille unità; vent’anni dopo erano abbondantemente raddoppiate. Nel 1969, dunque, venne dato alle stampe il primo volume del Catalogus Descriptivus Illustratus delle opere stampate nella “Typographia Ierosolymorum Franciscali”, contenente 408 schede descrittive di edizioni pubblicate tra il 1847 e il 1880. Talvolta queste schede riportano, oltre alla descrizione analitica delle edizioni e alle fonti bibliografiche, informazioni minutissime circa la tiratura, il periodo della composizione tipografica e della stampa delle singole opere, ricavate dai diari di tipografia rinvenuti all’interno dell’officina.

Ne risulta uno strumento raffinato, a metà strada tra l’opera bibliografica e il diario storico, che, oltre a evidenziare le peculiarità della produzione tipografica dei francescani di Terra Santa, aiuta a comprendere ulteriormente l’importanza culturale dei religiosi della Custodia per la storia dei luoghi santi.