Parte integrante del lavoro che ci si è proposti per la realizzazione di questo strumento inventariale è la predisposizione di una parte dedicata alle risorse bibliografiche, ovvero a studi e contributi che abbiano a vario titolo descritto o nominato i manoscritti presenti nel patrimonio della Custodia. Mancava a oggi una raccolta della bibliografia relativa ai manoscritti della biblioteca, e quindi quella fornita è probabilmente assai inferiore a quella reale. Poiché molti di questi studi sono stati comunque riuniti con un lungo lavoro di ricerca e non sono di immediata reperibilità, si è ritenuto opportuno fornirne una versione digitale (scaricabile cliccando sui titoli degli studi sottolineati in blu), ottenuta scansionando le pagine a disposizione: inoltre l’immediato accesso alle fonti che sono state alla base dell’inventario permetterà, a chi si accinge alla lettura delle schede, di interagire con esse in modo più rapido ed efficace, aiutando magari ad aggiungere nuovi dati a quello che, è bene ricordarlo, resta un punto di partenza per gli studiosi e non una vera e propria catalogazione.
Un dettaglio importante da chiarire riguarda l’ampiezza delle informazioni fornite nelle fonti, che risulta molto disomogenea: mentre per alcuni codici (in particolare dal fondo MIN) le informazioni a disposizione sono numerose e dettagliate, frutto dell’interesse che hanno suscitato a motivo della loro preziosità, altri manoscritti non hanno documentazione disponibile; questo si spiega soprattutto con il fatto che i fondi più ampi (come ad esempio MS) contengono un gran numero di manoscritti tardi, molti dei quali di uso comune per la vita dei frati, i quali hanno pertanto rivestito un ruolo del tutto marginale negli studi fino a oggi condotti. Non ci si deve stupire quindi se molti dei codici schedati in questo inventario sono privi di bibliografia di riferimento, o quantomeno che al momento, mancando in loco un qualsiasi tentativo di raccoglierla, tale bibliografia sia rimasta sconosciuta.
Un’altra questione fondamentale riguarda le segnature di alcuni codici: esiste un gran numero di manoscritti che sono noti (e quindi nominati all’interno degli studi precedenti) con delle sigle che oggi hanno perso significato, non esistendo più l’ordine di catalogazione a cui esse facevano riferimento; per questo motivo si è cercato di rintracciare e mettere in evidenza, ove possibile, la corrispondenza tra la nuova e definitiva segnatura e quelle precedenti, cercando di rendere più agevole la consultazione.
Tenendo presente quanto è stato anticipato, si dà conto di seguito della bibliografia disponibile, divisa secondo i fondi a cui è dedicata.
Bibliografia sui manoscritti del convento di S. Salvatore:
- William Macomber, Final inventory of the Microfilmed Manuscripts of the St. Saviour Monastery Jerusalem, Provo (Utah, USA), Brigham Young University – Harold B. Lee Library, 1995.
Realizzato a partire dalla fine degli anni ’80, questo contributo raccoglie la descrizione di una parte dei manoscritti presenti a quel tempo nella Biblioteca di S. Salvatore (i quali sono stati microfilmati ma la copia del microfilm non è presente in biblioteca). Si trovano in esso molti esemplari appartenenti soprattutto al fondo ARB e al fondo MS: l’identificazione tuttavia non è sempre immediata, poiché l’inventario utilizza una propria sigla di catalogazione (talvolta annotata sui manoscritti stessi) che non tiene conto delle segnature della biblioteca, ma della posizione della riproduzione del ms. nella bobina del microfilm.
Bibliografia relativa al fondo ARB:
- Vincent Mistrih, Catalogue des manuscrits arabes du convent de St. Sauveur des Frères Mineurs à Jerusalem, «Studia Orientalia Christiana Collectanea», XXXIII, 2000, pp. 115 – 226 + Indice dei nomi e delle opere.
Questo catalogo copre circa la prima metà del fondo ARB, oggi ampliato dall’aggiunta di numerosi esemplari reperiti recentemente.
Bibliografia relativa al fondo MS:
- Carla Maria Monti, La «Cena Cypriani» interpolata in un codice di Gerusalemme, «Italia Medioevale e Umanistica», XXXVI, 1993, pp. 235 – 248.
Si tratta di un articolo relativo al manoscritto MS.19.
- Miriam Rita Tessera, Dalla liturgia del Santo Sepolcro alla Biblioteca di Sidone: note sulla produzione libraria latina di oltremare nel XII – XIII secolo, «Aevum. Rassegna di scienze storiche, linguistiche e filologiche», LXXIX, maggio – agosto 2005, pp. 407 – 416.
Articolo contenente un cenno al manoscritto MS. 19.
- Domenico Lassandro – Marcello Marin, Tre codici di Gerusalemme, «Invigilata lucernis», XVIII – XIX, 1996 – 1997, pp. 153 – 175.
L’articolo contiene la descrizione dei codici MS. 17, MS. 19 ed MS. 73.
- Agustin Arce, Miscelánea de Tierra Santa. Estudios criticos y documentos, tomo II, Jerusalem, Franciscan Printing Press, 1973, pp. 53 – 145.
Contributo relativo al manoscritto MS. 16.
Bibliografia relativa al fondo MIN:
- Nicola Bux, Codici liturgici latini di Terra Santa, Fasano, Schena editore, 1990.
- Cesare Cenci, Libri liturgici miniati nel Museo Francescano di Gerusalemme, «Archivum Franciscanum Historicum», LXXXIV, 1991, pp. 487 – 489.
- J. Peter Gumbert, Medieval Franciscan Manuscripts in Jerusalem, «Liber Annuus», XLI, 1991, pp. 483 – 486.
- J. Peter Gumbert, Illustrated inventory of Medieval Manuscripts in Latin script in Jerusalem. Experimental precursor 4, Jerusalem, Hebrew University – Institute for Advanced Studies, 1991.