La costituzione della segnatura MIN è senz’altro discutibile ma basata su ragioni storiche e di conservazione. Già da parecchio tempo, tra i codici liturgici dei Francescani di Terra Santa era stato enucleato un gruppo di manoscritti più preziosi ampiamente decorati da miniature. Tali codici, secondo un progetto messo in atto da p. Michele Piccirillo (1944-2008), erano poi stati trasferiti al museo della Flagellazione ed erano stati analizzati in un importante volume di studio di Nicola Bux, Codici liturgici latini di Terra Santa. Liturgic latin codices of the Holy Land, Fasano, Schena, 1990. In seguito tale gruppo di manoscritti è stato oggetto di un accurato restauro, durante il quale sono anche state realizzate appropriate scatole per la conservazione. Purtroppo si deve anche lamentare dopo il 1990 la sparizione di alcuni di tali manoscritti, che oggi non sono più conservati tra i libri della Custodia: si tratta dei manoscritti Graduale notato 8 = E, del Graduale notato 10 = E o meglio B, dell’Innario 13 = P e dell’Antifonario notato 17 = G. A parziale risarcimento di tale ammanco si noti che il cantatorio miniato Z, dato come perduto da Nicola Bux, è invece stato ritrovato ed è l’attuale COR G 17. Per le ragioni suddette, al momento del trasferimento, si spera definitivo, di questi manoscritti dal museo alla Biblioteca Custodiale, si è deciso di mantenerli distinti assegnando loro la particolare segnatura MIN. Con ciò, più raramente nel fondo MS e più facilmente nel fondo COR, si trovano altri esempi di manoscritti miniati. La numerazione, progressiva, conserva quella usata da Bux e presenta quindi saltuarie lacune.